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Milano Est Ovest

Perché le stazioni della M4 si chiamano così?

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Metro M4
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Nomina si nescis, perit et cognitio rerum.
Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.

Linneopadre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi

Progetto del piano regolatore della città di Milano, di Beruto Cesare, 1884-1885

Progetto del piano regolatore della città di Milano, di Beruto Cesare, 1884-1885

Da dove vengono i nomi delle stazioni della M4?

Partiamo dalla stazione di Linate Aeroporto, il cui nome deriva ovviamente dalla vicinanza con l’aeroporto e il territorio di Linate. La storia di Linate, oggi un quartiere del Comune di Peschiera Borromeo, è fatta di aggregazioni e scorpori. Chiamato così per la presenza di coltivazioni di lino, il Comune di Linate è stato prima aggregato alla città di Milano, poi incorporato dal governo austriaco al Comune di Mezzate nel 1841. Dopo una parentesi in cui il Comune prese il nome di Linate al Lambro, venne aggregato definitivamente al Comune di Peschiera Borromeo nel 1933.

Proseguendo troviamo la fermata Repetti, che prende il suo nome da Alessandro Repetti, editore e giornalista italiano, ma con un passato da comandante del reggimento di fanteria New York, chiamato Garibaldi Guard, che combatté per l’Unione nella guerra civile americana del 1861.

Il percorso della M4 va parallelamente a viale Forlanini, e all’omonima stazione e parco. Il nome di Enrico Forlanini è legato anche all’aeroporto di Linate, intitolato proprio al pioniere dell’aviazione italiana. Nato nel 1848, l’anno delle Cinque Giornate di Milano, Forlanini è stato un ingegnere e imprenditore noto per aver brevettato un prototipo di aliscafo, oltre che per numerosi studi su dirigibili ed elicotteri. Un modello dell’elicottero sperimentale di Forlanini, con cui nel 1877 compì un volo di prova nel centro di Milano, è visibile presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.

Uno degli idroplani di Forlanini sul Lago Maggiore

Uno degli idroplani di Forlanini sul Lago Maggiore

La prossima stazione è quella di viale Argonne, chiamata così per la zona forestale collinare della Francia nordorientale, teatro di numerosi scontri tra le forze franco-americane e quelle imperiali tedesche. Continuando nel nostro percorso arriviamo a Piazzale Susa, un toponimo chiaramente ripreso dal Comune di Susa, nel territorio della città metropolitana di Torino, a pochi chilometri dal confine francese.

Next stop: Dateo. La stazione della M4 collegata all'omonima stazione del passante ferroviario è dedicata a Dateo, un presbitero fondatore del primo brefotrofio di Milano nell’anno 787, nell’attuale via Silvio Pellico, proprio a fianco del Duomo. La stazione di Dateo ha anche un’anima pop: compare, infatti, in diversi videoclip musicali , come per il brano “Sorriso (Milano Dateo)” del cantautore indie Calcutta e in “Prima di andare via” del rapper Neffa.

Il tracciato della M4 si snoda ancora nel centro di Milano tra le stazioni di piazza del Tricolore, dedicata alla bandiera italiana, San Babila, vescovo di Antiochia, a cui è dedicata la basilica dell’omonima piazza (e nodo di scambio con la metro rossa), Sforza-Policlinico, che prende il nome dalla vicina via Francesco Sforza, duca di Milano, e dal Policlinico, conosciuto anche come Ospedale Maggiore.

Vista aerea della Basilica di San Babila, incastonata tra costruzioni moderne

Vista aerea della Basilica di San Babila, incastonata tra costruzioni moderne

Successivamente c’è la stazione di Santa Sofia, la personificazione della Sapienza Divina che dà anche il nome alla Basilica di Santa Sofia (o Hagía Sofía) a Istanbul. Camminiamo per poco meno di 700 metri e arriviamo in piazza Vetra, immersa nel Parco delle Basiliche. L’origine del nome è incerta, c’è chi la ricollega al vectra, un canale dove i conciatori (chiamati vetraschi) sciacquavano le pelli, chi alla famiglia nobiliare milanese dei Vetra. Proseguiamo arrivando alla stazione De Amicis, chiamata così per omaggiare Edmondo De Amicis, scrittore italiano e autore del popolarissimo libro Cuore.

La prossima stazione è una delle più importanti della linea, quella che ci permette di scambiare con i treni della linea verde: la stazione di Sant’Ambrogio, il patrono di Milano, uno dei dottori della Chiesa d’Occidente, considerato tra le  figure più importanti della Chiesa Cattolica.

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Qui sta l’ombra di un nome glorioso

Lucanopoeta latino

Iniziamo ad addentrarci nella Milano che vive a sud: la fermata di Coni Zugna prende il suo nome da un vetta montuosa del Trentino alta 1865 metri, ai confini con la provincia di Vicenza. La stazione di California non ha invece bisogno di molte spiegazioni, essendo chiamata così per l’omonimo Stato. Le prossime due fermate sono riportano il nome di due personaggi storici: Simón Bolívar, El Libertador, figura fondamentale nella storia dell’America Latina, e Lev Nikolàevič Tolstòj, autore di capolavori della lettura mondiale come Guerra e Pace e Anna Karenina.

Il nostro viaggio sta per terminare. Ci troviamo infatti a quattro fermate dal capolinea di San Cristoforo, e passiamo in rapida successione le stazioni di Frattini, Gelsomini e Segneri. La prima prende il nome da Pietro Frattini, uno dei cosiddetti Martiri di Belfiore, un gruppo di patrioti italiani che puntavano a creare una rivolta anti-austriaca, condannati a morte nella Mantova della seconda metà del 1800. La stazione di Gelsomini si trova in una zona particolare del Lorenteggio, dove colpiscono le strade dal nome floreale  (gelsomini, rose, garofani, gerani etc.). Si tratta del Villaggio dei Fiori, creato nel dopoguerra per ospitare gli sfollati dai bombardamenti, e composto delle cosidette case minime. Una parte del quartiere era chiamata un tempo Villaggio Finlandese, per via delle case di legno costruite sul modello scandinavo, grazie al legno della ditta svedese Saffa. Segneri fa invece riferimento a Paolo Segneri, gesuita e letterato, collaboratore del Vocabolario della Crusca.

Arriviamo infine all’ultima fermata, il capolinea di San Cristoforo, in onore del Santo venerato dalla Chiesa Cattolica e Ortodossa. Durante il nostro percorso abbiamo avuto modo di toccare la storia del nome di ogni stazione e le persone o fatti a cui quel nome fa riferimento. Quando esplorerete un luogo nuovo chiedetevi sempre “Perché si chiama in questo modo?”. Questa semplice domanda potrà aprire le porte alla curiosità e alla scoperta di storie e persone del mondo che ci circonda.

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