Milano Est Ovest
Il cuore antico di Milano, sotto la Linea Blu
La Linea Blu corre sotto al centro di Milano, tra palazzi, monumenti storici e antichi reperti fino a poco tempo fa sconosciuti. È il caso della “Colonna Ruvida”.
La Linea Blu, tra tutte le linee della metropolitana milanese, è quella che più attraversa il cuore storico della città. Il suo tracciato taglia a metà Milano, passando da alcune zone particolarmente importanti per quanto riguarda il patrimonio artistico e culturale cittadino. Nella sua costruzione è stato quindi fondamentale proteggere la storia della città, e soprattutto essere pronti a individuarla e preservarla.
Un compito importante, di cui si è occupato tra gli altri anche l’ingegnere Riccardo Toselli - Responsabile del Sistema gestione integrata qualità, ambiente, salute e sicurezza di Metro Blu.
“Già in fase progettuale si valuta, insieme agli esperti di archeologia interpellati nel progetto e con la Soprintendenza ai Beni Culturali, quelli che possono essere i potenziali rinvenimenti in base alla storia della città di Milano” spiega Toselli. Nello specifico, vengono effettuati dei saggi in determinate aree: degli scavi eseguiti in accordo con il comune di Milano e la Soprintendenza per cercare di intercettare quelle che potrebbero essere le situazioni di interesse per eventuali ritrovamenti. Una pre cantierizzazione necessaria per sondare i punti più “a rischio”, sempre nel rispetto della sicurezza ambientale, dei lavoratori e della cittadinanza.
“Nel momento di un rinvenimento, seguiamo la procedura condivisa con i Beni Culturali su quello che deve essere l'intervento. Ci si ferma temporaneamente e si rispettano tutte le prassi tecnico-amministrative che devono essere seguite, tra cui la comunicazione del fatto e lo stop dei lavori” prosegue Toselli. “A seguito di questo fermo, è necessario stipulare un contratto da parte del costruttore con una società specialistica. Lo scavo poi procederà, ma con prescrizioni da parte della Soprintendenza, diventando quindi uno scavo cosiddetto assistito.”
Ad occuparsi di tutte le operazioni sui ritrovamenti – come pulizia, spennellatura, spostamenti – sono infatti società specialistiche in materia di archeologia, che con la Soprintendenza si occupano anche di determinare quanto sia interessante per il patrimonio cittadino ciò che viene recuperato.
Noi ci accorgiamo di queste situazioni particolari in base all’esperienza. Strati di argilla, terre colorate sul marrone bruno o sul grigio…tutti segnali che lì intorno c’è qualcosa di costruito precedentemente. — Riccardo Toselli, Responsabile del Sistema gestione integrata qualità, ambiente, salute e sicurezza di Metro Blu
“La preparazione del nostro personale, poi, è una preparazione elevata. In determinate aree vengono scelte persone che hanno un'interazione su quelle che sono le specializzazioni in merito a un eventuale rinvenimento” spiega l’ingegnere.
E lungo la linea Blu, di rinvenimenti ce ne sono stati diversi; le zone centrali toccate dai cantieri hanno un impatto archeologico e museale molto più alto delle altre linee della metropolitana a Milano.
Tra i più importanti, una necropoli e quattro muri di età romana e medievale.
La Basilica di Sant’Ambrogio
La prima, nei pressi della fermata Sant’Ambrogio, presenta resti sia di tombe che di aree di incenerimento, e tutti i rinvenimenti di interesse (dai teschi ai corpi) sono stati prelevati per essere poi valorizzati in altro luogo. I muri sono stati invece ritrovati nell’area di via De Amicis.
“Siamo proprio nel pieno centro della zona dei Navigli. Si tratta di ben quattro muri, di cui uno di età romana, gli altri di età medioevale, ma eseguiti anche con materiali di periodo romano come capitelli e architravi. In questa fase noi non abbiamo fatto altro che procedere con un progetto, in accordo con l'impresa, dove i vari muri – che arrivano anche a 18 m di lunghezza per 3/4 m di altezza – sono stati selezionati longitudinalmente e latitudinalmente per poter essere divisi in blocchi numerati e poi ricostruiti nell’anfiteatro romano a due passi dalla stazione De Amicis” racconta Toselli.
Un muro, inoltre, verrà inserito all'interno di una nicchia realizzata proprio nella stazione di De Amicis, nei pressi delle scale mobili. Oltre a un pannello per spiegare il valore del reperto, sarà presente anche un QR Code scannerizzabile, per poter leggere l’approfondimento anche in separata sede – magari con più calma, rispetto a quella del momento di uscita dalla metropolitana.
Infine, conclude Toselli, “un'altra classica situazione può essere quella della Pusterla di Sant'Ambrogio.” L’area della Pusterla presenta un fossato, un muro di cinta della vecchia città di Milano risalente al 1100. In questo caso, il progetto comprende il recupero del fossato come uscita della Metro 4, alla fermata di Sant'Ambrogio.
“Non si poteva portare via il fossato né spostare la Pusterla. Quindi cosa si fa? Si cerca di ricostruire quella che era la storia di Milano.”