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Un percorso Blu tra la street art milanese

RACCONTI DALLA MILANO DI SOPRA

Un percorso Blu tra la street art milanese

La street art di Milano è ovunque, dal centro storico alle zone periferiche. Viaggiando nel capoluogo lombardo con un treno della nuova linea metropolitana M4 è possibile vedere molte di queste opere d’arte a cielo aperto. Scopriamole insieme.

Gli stili dei numerosi graffiti e murales di Milano variano quanto gli argomenti che mirano a sollevare, tra opere commissionate o meno, assicurando che la street art mantenga un equilibrio tra le sue origini controculturali e il mainstream.

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I graffiti sono stati utilizzati per dare inizio a rivoluzioni, fermare le guerre,

e in generale sono la voce delle persone che non sono ascoltate.

Banksy

Con questa frase di Banksy - noto/a street artist - è possibile intuire la forza che questa forma di espressione porta con sé, ma per comprenderla a pieno è necessario tornare un po’ indietro nel tempo, circa negli anni ‘20 negli Stati Uniti.

 

La storia della street art

In quegli anni i quartieri di New York iniziano a essere popolati da gang in continua lotta tra loro per definire e difendere il proprio spazio. Per fare ciò, iniziano a “marchiare” i propri territori con alcune semplici firme -  dette tag - sui muri dei diversi quartieri, così da rendere evidente la loro proprietà su di essi.

Il tagging è la forma più antica di street art e non è mai scomparso, tanto che tutt’oggi - anche se in forma evoluta - lo si vede nei muri, nei vagoni e nel corredo urbano di molte città. Specie a Milano, dove fino a poco più di un decennio fa era la forma di street art più diffusa.

L'etichettatura era ed è tutt’ora un atto simbolico ed elementare per manifestare una proprietà su qualcosa. Pertanto, gli street artist etichettano le diverse città scrivendo i loro nomi con font di vario tipo su tutte le istituzioni e le strutture che quotidianamente li rifiutano e alienano, così da indicare che da quel momento appartengono anche a loro.

Origini più documentate, però, risalgono agli anni ‘60. New York stava vivendo una situazione economica difficile ed era sull’orlo della bancarotta. Così, tra la Grande Mela e Philadelphia nasce il graffitismo, un movimento di protesta giovanile che riuniva ragazzi e ragazze dei quartieri poveri per riempire con scritte e tag colorati gli edifici sbarrati, le aree urbane abbandonate, le fabbriche chiuse e i cantieri. Il messaggio che volevano comunicare era il bisogno di rompere le regole, affermando così i propri ideali e la loro importanza nella società.

Inizia così il successo del writing e ben presto, agli inizi degli anni ‘70, quest’arte entra a far parte della cultura hip hop e viene praticata all'interno dei block party: feste di strada in cui giovani afroamericani e latinoamericani suonano, ballano e disegnano a ritmo di musica. In questi anni, infatti, la street art non è più solo sinonimo di protesta sociale e politica ma diventa anche un mezzo che esalta l’espressività dell’artista.

Un percorso Blu tra la street art milanese - Muro della città decorato da molti graffici e tag

Con la nuova linea metropolitana M4, questa forma di street art è ben visibile poco lontano dalla fermata Parco Solari. In via Tortona 35, a pochi passi dal museo delle Culture Mudec, uno street artist ha dipinto con una bomboletta spray il suo tag, decorando in modo artistico i muri ai lati della strada principale.

Ben presto l’arte underground, come veniva chiamata alle origini, entra a far parte delle gallerie espositive. Di qui in poi inizia a uscire dai confini d’America per approdare in tutto il mondo, diventando un movimento artistico-culturale considerato al pari delle forme artistiche classiche istituzionali. Le contaminazioni che questa ha subito sono molte, tra stili e forme diverse - murales, stencil, adesivi e poster - lasciando spazio alla creatività degli artisti e al messaggio che vogliono rappresentare.

 

Un viaggio tra le tecniche di street art milanesi

Passeggiando tra le strade di Milano si può avere la sensazione di visitare un museo a cielo aperto. Pitture, poster, graffiti e murales realizzati con stili e tecniche differenti animano la città dal centro alla periferia, tanto da rendere il capoluogo lombardo una tra le città leader nella scuola della street art.

I murales, ad esempio, sono una delle prime tecniche che i passeggeri della nuova linea Blu di Milano possono incontrare. Vicino alla fermata Santa Sofia, in via Giuseppe Mercalli 36, è possibile passeggiare proprio a fianco dell’opera realizzata dagli autori Pao, Orticanoodles e Tresold. Si tratta di un grande murale composto da ritratti di molteplici intellettuali italiani che hanno fatto la storia: da Alda Merini a Luchino Visconti e Carlo Emilio Gadda.

Questo tipo di dipinti si caratterizzano per essere di grandi dimensioni, infatti, i muralisti utilizzano come tele muri di ampia metratura o intere facciate di case o palazzi, proprio come il murales di Orticanoodles visibile dalla fermata M4 Giambellino.

Utopia, il murale di Blu, uno degli street artist più famosi in tutto il mondo. Berlino - Wikimedia Commons

Un'altra tecnica utilizzata dagli street artist è lo stencil, ossia una mascherina di carta o plastica sagomata usata per replicare in maniera veloce e uguale le immagini.

I passeggeri della Blu possono vederne un esempio tra le fermate Segneri e S. Cristoforo: si tratta dell’opera di Espinoise (detto Espi), che sul muro di via Manzano imprime il volto di Corto Maltese su sfondo turchino.

Il metodo dello stencil è molto diffuso tra gli artisti di tutto il mondo ed è anche quello utilizzato da Banksy le cui opere hanno spesso uno sfondo satirico, politica o etico-culturale.

Scendendo alla fermata Gelsomini invece si possono vedere ben quattro opere d’arte di stili e tecniche diverse sulla stessa strada, in via Filippo Brunelleschi. Qui è presente una scimmia sostenitrice dei diritti LGBWT+ disegnata con lo stencil, un grande murale e anche un intero cancello colorato popolato da gatti, galline e uomini, con un tatto talmente preciso da sembrare un poster.

Quest’ultima tecnica viene chiamata poster art e risale verosimilmente alla metà del XIX secolo, quando il manifesto moderno veniva ampiamente utilizzato per comunicare alle masse. Il metodo consiste nell’utilizzo di carta - appunto i classici poster - che viene precedentemente disegnata dall’artista e poi solamente incollata nelle superfici urbane. Le modalità per la produzione vanno dai disegni a mano libera, mediante stencil, stampati in digitale oppure con tecniche antiche come la xilografia.

Fermandosi lungo il percorso della nuova linea Blu M4 di Milano l’ultima tecnica di street art che è possibile ammirare sono le opere in 3D realizzate con diversi materiali. È il metodo più recente e probabilmente il più scenografico utilizzato dagli artisti di strada ma attinge le sue origini da una delle più antiche forme d’arte esistenti: la scultura.

A pochi passi dalla fermata Vetra si trovano le Colonne di S. Lorenzo, una zona molto frequentata del centro storico milanese. Passeggiando in questa zona si potrebbe avere la sensazione di essere ascoltati da qualche sconosciuto: una scultura raffigurante un grande orecchio verde è stata creata e appesa al muro dal duo di street artist UrbanSolid. I due artisti hanno come intento quello di portare la terza dimensione all’arte del writing, realizzando sculture di gesso o cemento per poi appenderle ai muri della città. Le loro opere hanno tutte un significato contemporaneo e nascondono significati socio-culturali spesso profondi.

I due, oltre alla tridimensionalità, hanno portato sui muri di Milano addirittura le orecchie!

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